1 recensione di “Italiano medio”


In uno dei trailer di “Italiano medio“, Maccio Capatonda suggerisce all’utente di non andare al cinema perché le riprese sono brutte, sfocate e storte, gli attori non sanno recitare ed è pieno di volgarità.

“Un filMaccio (non lo vedetelo)”

Anche se con intenti chiaramente ironici, il trailer riesce a riassumere adeguatamente i difetti e le potenzialità del film “Italiano medio”, primo lungometraggio di Capatonda (oltre ad essere il protagonista è anche regista e sceneggiatore), uscito nelle sale del cinematografo il 29 gennaio 2015.
Infatti, chi assiste alla pellicola si ritrova in un immaginario estremamente particolare, sotto certi aspetti unico e facilmente riconoscibile da chi ha seguito Maccio (e il suo cast) nei suoi esilaranti e innumerevoli lavori.

italiano medio capatonda
Il film ha la complessa abilità di far ridere ma anche (e inaspettatamente) riflettere.
Il protagonista e la sua doppia identità legata ai due eccessi del mondo italiano (quello positivo che vede il singolo legato ossessivamente a regole, leggi e quant’altro e quello negativo, completamente privo di freni e pudore), offre come riflesso l’italiano medio.
Quest’ultimo è quello che siede nel cinema che, ridendo degli eventi che avvengono sullo schermo, si ritrova a ridere di se stesso e di chi lo circonda.
Il prodotto di Maccio, nella sua “bruttezza” e immediatezza, riesce a intrattenere e divertire per tutta la sua durata (un’ora e mezza circa), con trovate inaspettate e un cast di personaggi fantastici nella loro assurdità.

“Ciao, sono Giulio Verme, sono un tipo solarium e… i miei valori sono la famiglia, la prostituzione e la gassosa!”

italiano medio ma questo è un coglione
Seppur con alti e bassi e con una evidente inesperienza del medium (riprese, sceneggiature e location non sempre sono coerenti e più volte richiamano la struttura della serie televisiva a cui Maccio ha già sapientemente lavorato in passato con la serie di “Mario”), la prima opera cinematografica di Capatonda si mostra come un qualcosa di effettivamente nuovo, carico di una comicità pungente ed esagerata (sia nei termini che nell’estetica) e che potrebbe deludere chi non ha mai apprezzato Maccio o coloro che preferiscono una commedia più sofisticata, sottile, elegante e “pulita”.

“Ti ammazzo la testa!”

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Paskull

Classe '90, laureato in comunicazione e amante di videogiochi, cinema, fumetti, libri, alieni e biscotti. Racconta storie con qualsiasi mezzo a disposizione e alcune di queste sono finite in diverse antologie. PS: Ogni tanto pubblica romanzi.