1 recensione di “The Neon Demon”
“The Neon Demon” è il nuovo film di Nicolas Winding Refn.
Come componenti del ristretto cast incontriamo dapprima nel ruolo di protagonista Elle Fanning, in quello di piccola comparsa un inutile e immotivato Keanu Reeves e numerose altre attrici (Abbey Lee, Christina Hendricks, Jena Malone, Bella Heathcote, Cody Renee Cameron…) che ci accompagneranno in questo atroce martirio.
Uscito in Italia l’ 8 Giugno 2016, ha spopolato l’intera sala cinematografia ma ha anche fatto riflettere le persone che lo hanno visto.
E’ infatti un film che, in momenti differenti rispetto alla visione, scatena due reazioni diverse e contrarie: nel durante è difficile da apprezzare ma lascia sicuramente un segno, e il dopo è caratterizzato da molti dubbi e riflessioni.
Io stessa sono caduta vittima di questo tranello, tanto da interrompere improvvisamente la stesura di una recensione negativissima, che ero inizialmente convinta di scrivere, per l’improvvisa e incerta rivalutazione del film.
Quando sono entrata in sala mi son chiesta per quale strano e arcano motivo fossimo solo un “numerosissimo” trio di individui, molto della serie “Io, mamm’t e tu“, ad attendere l’inizio del film, inconsapevoli degli orrori a cui andavano incontro.
Classificato come genere horror, thriller e drammatico, l’unico dramma è quello suscitato dalla visione del film nella platea.
Già l’ouverture del film mi ha dato modo di realizzare in quale tragica situazione fossi incappata: una lunga e tormentata proiezione di 110 minuti, una durata eccessiva; il film sarebbe potuto infatti durare benissimo meno, limitandosi talvolta al semplice trailer, che già di suo invogliava poco la visione, e diceva tutto ciò che c’è da sapere, cioè nulla, riguardo la trama di “The Neon Demon“: una giovane orfana sedicenne inizia una prematura carriera come modella, entrando a far parte di un mondo maligno e pericoloso.
In questa recensione non saranno presenti maggiori spoiler, dato che semplicemente non c’è molto altro da dire sulla storia, che è pressochè inutile e superflua all’interno del film.
Questo è infatti incentrato quasi esclusivamente sulle colonne sonore e sulla fotografia, mentre i discorsi sono un surplus, di cui godiamo solo una decina di volte circa in tutto il film. Queste caratteristiche lo rendono terribilmente noioso, ma si adattano anche alla vicenda e ai temi trattati, in cui è solo ciò che si vede che assume un valore per la società.
La bellezza non è tutto, è l’unica cosa
ci dice con tutta tranquillità lo stilista del film, mentre l’unica persona che sostiene l’esatto contrario sparisce dalle scene successive senza motivo, e senza che gli spettatori si soffermino sull’ecclissi dei valori morali che questa uscita di scena simboleggia.
Tema del film è il cambiamento che il mondo della fama e dei riflettori determina nel più innocente individuo, e tutte le situazioni che si collegano allo stesso: la competizione; la non accettazione di se stessi al naturale; le “torture“(trattamenti plastici,digiuni…) a cui le persone si sottopongono al fine di cambiare se stesse e la propria figura, fino a diventare completamente diverse; l’immenso e spropositato valore che si attribuisce all’estetica e la povertà d’animo che accompagna tutte quelle persone che decidono di essere solo belle e di entrare a far parte del circolo vizioso dell’apparire.
Tutti temi che vengono indubbiamente trattati, ma in modo esagerato.
Ma cosa comporterà quest’enfatizzazione? Quanto sarà efficace?
Il messaggio che voleva essere trasmesso, che è un messaggio valido ed impegnativo, non è arrivato in modo immediato al pubblico, data l’eccessiva esasperazione dello stesso attraverso gli avvenimenti e le scene rappresentate, anche se non si può certamente negare che il film abbia colpito gli spettatori.
Infatti questa stessa esagerazione da una parte ha reso la visione insopportabile, dall’altra ha impresso in modo indelebile le immagini e quindi i messaggi che le accompagnano.
La proiezione è stata dunque indubbiamente lenta, pesante e persino disgustososa in alcune scene, fino ad arrivare all’insensato e all’inutile, nel complesso difficile da sopportare, al punto da far nascere negli spettatori l’ardente desiderio che la proiezione finisse il più presto possibile o addirittura suscitare l’istintivo atto di scappare dalla sala prima ancora che arrivasse la fine.
Ma dopo circa tre ore dalla fine di questa tortura, penso all’altra faccia della medaglia: il film altro non era che l’enfasi di una realtà odierna; l’esagerazione un modo per far balenare questa verosimiglianza dell’assurdo agli occhi; l’assenza di dialoghi il semplice silenzio che piano piano ci accompagna sempre più ogni giorno.
Stesso il rimembrare così vividamente il film, il riflettere sullo stesso e lo scrivere una recensione è segno che il suo scopo, tutto somato, è stato raggiunto: si è fissato nella mente, proprio attraverso quelle criticabili immagini oscene, e non ci ha permesso di rimanere indifferenti alla visione, seppur obsoleta.
Come giudicate invece voi il film “The Neon Demon”?
Aspetto un vostro parere nei commenti.
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