1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita

Portami alla vita. Separazioni è il primo volume della trilogia fantascientifica di Valerio Novara, un progetto che non punta a essere l’ennesimo tassello nel mosaico del genere sci-fi autopubblicato, ma che spinge a riflettere sul trattamento riservato al pianeta Terra e al futuro che stiamo costruendo, o meglio distruggendo, per noi e i nostri figli. Una storia da leggere fino in fondo, senza lasciarsi scoraggiare da qualche piccolo incidente di percorso narrativo, perché solo fidandoci di Liam, Angela, Will, Michael, Yaomi e Roger potremo arrivare ad apprezzarlo davvero e a cogliere il significato profondo che l’autore vuole comunicarci. Facciamo anche 1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita, per scoprire con lui altri aspetti della vita da scrittore.

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16 libri da leggere su una finta spiaggia in una finta estate parte 2

Ci siamo, è arrivata l’estate e con essa il tempo libero! Si, non fa ridere nemmeno me…

Ma abbiamo quindi modo di continuare con i nostri consigli di lettura, occupandoci di altri 8 generi letterari!

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16 libri da leggere su una finta spiaggia in una finta estate parte 1

Tra poche ore la primavera lascerà il posto all’estate, la stagione più attesa dell’anno per molte persone ma che, stavolta, avrà un sapore dolceamaro. Nonostante l’allentamento delle numerose regole restrittive, non possiamo dirci del tutto al sicuro dal covid, quindi la prudenza, seppur più insicura e barcollante di prima, è sempre consigliata. Che voi passiate i mesi estivi in spiaggia, montagna o balcone non importa, ogni meta è ottimale per una buona lettura, e non una in particolare, la cosiddetta “lettura estiva”, ma qualsiasi storia incontri il vostro gusto: classici “mattoni”, raccolte di racconti umoristici, brevi romanzi rosa, saghe fantasy, saggi scientifici e non. Ecco, quindi, i 16 libri da leggere su una finta spiaggia in una finta estate, o meglio i primi 8!

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3 libri in 15 giorni? Meglio una recensione de L’Attraversaspecchi

La saga de L’Attraversaspecchi ci ha incantati dalla prima parola grazie alla maestria dell’autrice nel tenere il lettore incollato alle pagine, desideroso di immergersi nel mondo che ci descrive. Purtroppo per i fan esteri l’attesa è difficile, in quanto la traduzione inglese, italiana ecc. arriva sempre con diversi mesi di ritardo rispetto alla pubblicazione francese.

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1 lato dark di Louisa May Alcott

Nel 1865, su “Flag of our Union”, venne pubblicato in due puntate un racconto breve dal titolo “Una donna di marmo o il misterioso modello” a opera di un certo A.M. Barnard. A suo nome furono pubblicati altri trentadue racconti, ma solo centodieci anni dopo fu scoperto che Barnard era uno pseudonimo usato da Louisa May Alcott, l’autrice di “Piccole donne”.

Nulla di particolarmente insolito, direte voi, non è stata né la prima né l’ultima ad adottare lo stratagemma di pubblicare con uno pseudonimo maschile, ma la faccenda assume una piega un po’ più interessante quando si scopre la natura dei racconti: gotici o thriller, a detta dell’autrice. Una scelta bizzarra, sorprendente per chi conosce la Alcott solo attraverso le ragazze March, un disorientante cambio di stile.

Eppure, queste opere giovanili erano più di semplici esperimenti letterari per l’autrice, a quanto pare li preferiva al ciclo delle sorelle, ben più familiare e “rassicurante”.

Trattandosi di un approccio ottocentesco al genere gotico è facile che a noi lettori del nuovo millennio appaiano ingenui, a tratti forzati, ma per l’epoca non era così, anzi il genere era piuttosto in voga. Vi ricordate il romanzo parodia di Jane Austen?

“Una donna di marmo” della Alcott è tutt’altro che parodico, anzi credo che si offenderebbe parecchio se lo liquidassimo così in due parole, quindi cerchiamo di scoprire meglio il lato dark di Louisa May Alcott. Anche solo per il gusto di sbirciare la famosa scrittrice da un’altra prospettiva.

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6 tra i migliori libri sui lupi

Uno degli animali più evocativi in tutte le epoche e culture è il lupo.

Tra le fiabe lo conosciamo come “il grande lupo cattivo”, pronto ad abbattere casette con il fiato o ad ingannare bambine e agnellini con travestimenti crudeli. Nelle leggende varia a seconda della cultura: secondo i norreni, la liberazione di Fenrir, figlio di Loki, segnerà l’inizio del Ragnarok; per turchi, greci e romani era simbolo di fertilità, rinascita e conoscenza. Nel Medioevo la paura per il lupo mannaro crebbe fino a portare spesso all’isteria, per i nativi d’America la sua ambivalenza è necessaria per la sopravvivenza…
La psicoanalisi ha utilizzato il lupo come soggetto di studio per l’inconscio. “Nell’essere umano il lupo personifica un desiderio indifferenziato di divorare tutto e tutti, di avere tutto, spesso a causa di un’infanzia infelice. Queste persone sviluppano un lupo affamato dentro di sé. Sono totalmente soggetti alla coazione. Il lupo provoca in loro un’insoddisfazione costante, ringhiante. Essi vorrebbero letteralmente divorare il mondo intero” . (Marie-Louise Von Franz).

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3 motivi per leggere Jennifer Worth, autrice di Call the midwife

Di solito non mi piace ricordare l’anniversario della scomparsa di una persona, preferisco di gran lunga quello di nascita, ma dopo aver scoperto che domani è quello di Jennifer Worth, una delle mie autrici preferite, ho voluto approfittarne.

Prima che scrittrice, pianista e cantante, è stata una levatrice e infermiera del secolo scorso, la cui esperienza è alla base della trilogia di Call the midwife, edita in Italia da Sellerio dal 2014.

Nonostante si sia dedicata alla scrittura solo nella parte finale della sua vita, si è dimostrata più che all’altezza del compito, quindi ecco i miei 3 motivi per leggere Jennifer Worth ed empatizzare col suo mondo.

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1 Recensione de La lettera di Gertrud

La lettera di Gertrud, Björn Larsson, Iperborea, 2019

La libertà ha un suo prezzo, e solo chi ci crede davvero è disposto a pagarlo.

 

Generalmente chi scrive una recensione parla del libro, iniziando dal principio. Io voglio prendere una strada diversa, perché la storia de La lettera di Gertrud non riguarda la vita di Gertrud, né quella di suo figlio Martin; questo libro parla della capacità di esprimersi (ben più importante della libertà, che spesso viene sfruttata in maniera sbagliata) e di restare fermi nelle proprie scelte pur avendo il mondo contro.

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7 figlie d’inchiostro di Jane Austen

La scrittrice britannica Jane Austen, per gli affezionati zia Jane, non ha bisogno di presentazioni. Tutti, in linea di massima, conoscono almeno una delle storie che porta la sua firma, e qualche notizia sulla sua vita, come ad esempio il fatto che non si sposò mai e non ebbe figli.

Tuttavia, si può davvero affermare che i personaggi creati dalla fantasia di qualcuno non vengano paragonati, il più delle volte, a dei veri e propri figli?

Volendo seguire questo filone, Jane è stata mamma di numerosi figli e figlie ma, in questo breve resoconto, voglio parlare solo delle ragazze, protagoniste indiscusse dei suoi originali romanzi. Ecco le 7 figlie d’inchiostro di Jane Austen in ordine di nascita.

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