1 chiacchierata con Giulia Zorat, autrice de Il sapore delle parole inaspettate

Il sapore delle parole inaspettate è l’opera prima di Giulia Zorat, un piccolo romanzo che parla d’amore, non solo di quello tra uomo e donna, ma del sentimento universale capace di unire tutto e tutti, e di mantenere vivi i legami umani anche dopo la morte. Un libricino dolceamaro, profondo quanto basta, mai banale. Visto che l’ho già suggerito come lettura per l’estate, facciamo anche 1 chiacchierata con Giulia Zorat, autrice de Il sapore delle parole inaspettate, per conoscerla meglio.

Tu ci credi in questo tipo d’amore?

Credo nella forza dell’amore e lo rispetto in tutte le sue forme. Credo nel suo potere di guidarci e renderci persone più positive, aperte, piene, coraggiose e tolleranti.

Ti rivedi in Irene o in un altro personaggio della storia?

In Irene, probabilmente. Come lei, anch’io ho lasciato l’Italia per trasferirmi prima a Parigi e poi a Berlino, seppur mossa da motivazioni completamente diverse. Alcune delle difficoltà riscontrate da Irene nell’adattarsi in un paese straniero, le ho vissute in prima persona. E poi forse in Enea, perché in fondo, anche se non lo dico mai ad alta voce, sono anch’io una sognatrice.

L’idea della ricetta finale mi è sembrata geniale! I mots du chocolat (letteralmente parole di cioccolato), in fondo, sono più di un semplice dolcetto ricorrente all’interno del romanzo. Da dove è nata l’idea? Ha sempre fatto parte del progetto è stata un’aggiunta successiva?

Questo romanzo nasce proprio con i mots du chocolat. Ho sempre avuto la passione per la scrittura, ma non avevo mai pensato di cimentarmi nella stesura di un romanzo. Ho cominciato scrivendo dei pensieri sulla mia agenda: riflessioni, appunti, promemoria per me stessa. A volte mi è capitato di pensare che la mia vita sarebbe stata più facile se qualcuno mi avesse fatto trovare quei consigli da qualche parte, come un regalo. E così è nata l’idea. In un certo senso, i mots du chocolat sono un modo per ricordare a tutti la forza delle parole.

Il libro è stato pubblicato da pochissimo, ma è stato scritto qualche anno fa. Quando hai deciso di riprenderlo in mano cosa hai provato, sentivi ancora tua la scrittura?

Ho scritto “Il sapore delle parole inaspettate” a poco più di vent’anni e ora che è passata una decade (ahimè), sono abbastanza sicura che scriverei una storia completamente diversa. Credo che sia normale, perché nel frattempo sono cresciuta e cambiata molto. Tuttavia, non rimpiango quel mio primo esercizio di scrittura, la cui stesura è avvenuta in un momento abbastanza sofferto della mia vita.

Cosa ti ha spinto a volerlo pubblicare?

Come ti dicevo, ho cominciato a scrivere “Il sapore delle parole inaspettate” in un periodo molto particolare. Studiavo Giurisprudenza all’università e mi sentivo in gabbia, credevo di aver scelto la strada sbagliata e mi sembrava un errore irrimediabile. Avevo una visione molto assolutistica della vita. Credevo che, se non fossi riuscita a fare la scrittrice, non avrei potuto fare nient’altro. Tutte le persone con cui ne parlavo, mi consigliavano di rinunciare. Dicevano che non sarei mai arrivata alla pubblicazione. Tutte tranne una. La mia coinquilina di allora – che è ancora una delle me più care amiche – ripeteva che avrei dovuto insistere. Per anni non ho mai trovato il coraggio di ascoltare il suo consiglio. Nel frattempo mi sono laureata, ho fatto lavori che non mi piacevano, sono diventata più realista, ho cambiato sogno e ho trovato  un lavoro che amo, ma la scrittura era sempre lì. Poi un giorno, analizzando la mia vita, ho notato che le cose che mi rendevano più felice, erano anche quelle meno convenzionali e con la minor possibilità di verificarsi. E allora, mi sono detta “ Proviamoci!” e ho iscritto il mio romanzo al torneo letterario IoScrittore organizzato dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Non avrei nemmeno mai pensato di arrivare tra i finalisti e invece mi sono classificata tra i vincitori. È stata una piccola rivincita per tute le volte che mi sono sentita dire che non ce l’avrei mai fatta.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro dopo questa vincita, con relativa pubblicazione, inaspettata?

In futuro, mi piacerebbe sicuramente scrivere un altro romanzo, per ora non c’è ancora nulla in cantiere. L’unica certezza è che stavolta non voglio aspettare altri 10 anni prima di decidermi a pubblicarlo.

la.grafite

Laura Andrea Parascandolo, per vezzo la.grafite, è un'editor maniaca del controllo, amante della parola in forma scritta, alla continua ricerca della perfettibilità. Dalla consulenza alla stesura, dal consiglio alla correzione, la sua matita si presta a qualsiasi tipologia di testo, a patto di mimetizzarsi tra le righe grigie dei vostri notebook. Ha una parlata caratteristica, colorita, abbondante di metafore e similitudini, spesso un tutt'uno con la sua scrittura. Bibliofila, divoratrice di storie, soprattutto di romanzi storici e classici della letteratura inglese, ha reso la lettura, l'acquisto, lo scambio e la catalogazione compulsiva di libri il cuore pulsante della sua vita.