1 recensione di “Dov’è Mario?” [Episodio 4]
L’ultimo episodio di “Dov’è Mario?“, serie trasmessa su Sky e che ha come protagonista il geniale Corrado Guzzanti, conclude in modo coerente e piacevole questa breve ma intensa avventura nella società odierna.
Come sempre a chi non ha visto le altre puntate è vivamente sconsigliato procedere oltre… io vi ho avvisato!
La scorsa volta abbiamo lasciato il comico Bizio Capoccetti con l’omicidio di Muscia (Valerio Aprea), un surrogato di artista fallito che voleva rivelare il segreto di Bambea.
Nonostante il nuovo status da criminale in erba, Bizio viene invitato sul palco e si esibisce in un numero sugli allarmi a Roma così fragorosamente realistico che lo porta a conquistare facilmente la platea e l’orribile trofeo con il ratto.
Da quel momento in poi, la sua vita non è più la stessa.
Dal cesso al successo!
Cinzia (una nuovamente perfetta Emanuela Fanella) è la prima cosa che incide nella vita di Bizio.
Seppur sotto suo comando, i due iniziano a fare progetti, immergendosi nel successo del comico e ritrovandosi tra feste, droga, donne ed eventi di basso livello e importanza culturale.
Bizio diventa anche oggetto d’interviste dal discutibile valore sociale, alimentando il disgusto della sua (ormai ex) moglie (Rosanna Gentili) che si arrende definitivamente (non che prima avesse fatto chissà che per il suo povero e cornuto marito).
– Che fai stasera?
– Me sposo.
– E domani?
Capoccetti è finalmente il “nummero uno” ma qualcosa inizia a turbarlo.
Le “risa e sorrisa” che dona alla “ggente” lo portano a pensare e a riflettere come non ha mai fatto… non con questa inedita identità (che ricordiamo non è neanche sua ma del povero Gnegno).
Oggi ho ricevuto otto invidie più due mezze invidie.
Ed è così che Bizio va alla ricerca di Mario (d’altronde lo cercava anche nella scorsa puntata), trovandolo in pace, impegnato a scrivere e senza dover pensare agli impegni della vita quotidiana come il mangiare, dormire o fare sesso (tutte cose che invece fa Bizio).
L’incontro tra i due è totalmente diverso da quanto aspettato, Bambea non vuole tornare e non cede ad alcuna provocazione del “nummero uno“.
Lo scrittore ha smesso di lottare, si è arreso ma, nonostante il campo libero, Bizio inizia a cambiare e ad allontanarsi involontariamente dal suo “proggetto“.
Il comico guarda programmi televisivi filosofici, si distrae facilmente, riflette più spesso sulle proprie azioni e si ritrova a chiedere a Cinzia di dirgli poesie durante l’amplesso amoroso.
Ma sarà un caso di omozigodia!
Proprio Cinzia torna a essere la protagonista-antagonista di Bizio, scontrandosi con questi e accusandolo di tradirla.
Nonostante i tentativi di difesa, Bizio fallisce e lei annuncia a gran voce che “si hanno lasciato“.
Da qui il declino psicologico del comico romano si aggrava ulteriormente.
Capoccetti si ritrova a tornare alla clinica… o meglio, la sua vera casa (di cui ha ancora le chiavi) e a rivedersi in foto e oggetti a lui totalmente estranei.
La crisi dei primi episodi di Bambea viene rivissuta da Bizio, tra le urla isteriche di Cinzia, totalmente soggiogata d’amore, che spinge l’alter ego di Mario a tentare perfino il suicidio (tra dosi pesanti di bevande e medicinali).
Non so’ manco buono a suicidamme!
Il suicidio fallisce e Bizio si ritrova di nuovo ad affrontare Bambea.
Le due facce di Guzzanti si esibiscono in uno dei dialoghi più riusciti dell’intera serie, mettendo a nudo il disagio dei due opposti nell’affrontare il quotidiano.
Sia il comico di successo che lo scrittore in declino si rifiutano di tornare a vivere, non sono soddisfatti, preferiscono restare in quella sorta di limbo (da sempre raffigurato come il luogo dell’incidente stradale) dove trova spazio anche un Muscia-zombie in vena di accuse e prevedibili moralismi.
Ti confesso che avrei bisogno di allontanarmi un po’ da questo paese che non capisco più…
Quando Dragomira (Evelina Meghnagi) torna in scena, Bambea torna in vita.
D’altronde, la badante rumena si trova lì a seguito di un profondo dialogo mistico-religioso con Gesù (un crocifisso dotato di uno spiccato accento rumeno) che l’ha incitata a salvare il professore e quindi ad abbandonare la carriera comica con Il Pugliese.
Nel tentativo di salvare la propria “faccia”, Bambea decide di andare in televisione (per l’esattezza su La Freccia), ospite di Lilli Gruber e in compagnia di Walter Veltroni.
Con somma sorpresa del pubblico, Veltroni si esibisce in un lungo ed efficace monologo che elogia completamente il comportamento dei due Guzzanti, evidenziando come Bizio sia riuscito con le sue ultime azioni a rendere un’unica cosa la cultura popolare (di cui è portatore) e il pensiero filosofico e politico che da sempre ha caratterizzato Bambea.
E in effetti la fusione del comico romano e del professore rappresenta la degna conclusione di “Dov’è Mario?“.
Un nuovo tipo d’identità per gli intellettuali (e non solo loro) che per essere ascoltata si trasforma completamente a seconda del proprio pubblico, tra battute comiche e profonde riflessioni esistenziali.
Ma che ha visto Terzani?
Ed è così che Bizio e Mario (in compagnia di Dragomira, Cinzia e perfino XXX) si ritrovano sulle orme (forse troppo felpate) di Tiziano Terzani… lontani dall’Italia, smarriti nel Nepal e alla ricerca di un percorso esistenziale che possa garantire un nuovo successo editoriale (da evidenziare il meraviglioso e crudele dialogo con l’editore di Bambea che chiarisce le moderne e discutibili occasioni di successo per un qualsiasi tipo di libro).
In conclusione, “Dov’è Mario?” è un raro esempio di serie televisiva italiana incentrata sulla quotidianeità culturale, politica e sociale italiana.
Un calderone di modeste dimensioni che mescola teatro, cabaret e cinema, ricordando in parte (grazie anche alla splendida colonna sonora) Birdman (film del 2015 di Alejandro González Iñárritu).
Tra dialoghi, monologhi e personaggi di ogni tipo, Guzzanti & co. sono riusciti a sintetizzare efficacemente più parti dell’Italia odierna, evidenziandone soprattutto i moderni disagi e trasformazioni.
Non si tratta solo di Mario e Bizio (dottor Jekyll e Mr. Aids) e di ciò che rappresentano ma anche e soprattutto delle persone che li circondano, tante piccole realtà italiane divertenti, spaventose, alcune immobili e altre meravigliose.
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