1 recensione de Il Grillo canta sempre al tramonto
A febbraio di quest’anno, girovagando per un mercatino dell’usato, mi sono imbattuto in una copia di un libro intitolato Il Grillo canta sempre al tramonto. L’ho estratto dallo scaffale, l’ho voltato, sul retro c’era l’adesivo col prezzo: solo 80 centesimi. Era un vero affare e i tre nomi in copertina – Dario Fo, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo – mi erano tutti familiari, così ho deciso di comprarlo.
Qualche giorno dopo iniziai già a leggerlo, e devo essere sincero: fin dalle prime righe mi ha stupito e mi è piaciuto davvero molto.
Il Grillo canta sempre al tramonto è stato pubblicato nel 2013, poco prima che un certo Movimento raccogliesse ampi consensi alle elezioni di quell’anno.
Ecco, qualcuno a questo punto starà storcendo il naso.
Sì, i tre autori sono (o erano) tutti vicini a un determinato pensiero politico e sì, molte cose scritte in quest’opera sono forme embrionali di ciò che poi verrà detto e messo in pratica dal Movimento 5 Stelle.
Eppure neanche per un secondo, leggendo quest’opera, mi è sembrato di star sfogliando uno spottone per il Movimento. Immergersi nelle parole dei protagonisti, scindendole da qualsiasi forma di propaganda politica, in questo caso è assolutamente possibile. Letto in questo modo, Il Grillo canta sempre al tramonto diventa un piacevole, scorrevole e interessantissimo dialogo a tre su temi come la politica, l’economia, la tecnologia e molto altro.
Il libro è raccontato come una passeggiata intrapresa dai tre in Grecia, dal Pireo ad Atene, che nella prefazione Dario Fo paragona a un viaggio raccontato ne La nave ovvero I desideri di Luciano di Samostata.
Se questa passeggiata sia realmente avvenuta oppure no, non è dato saperlo. Però, soprattutto nella prima metà del libro, ci sono alcuni segmenti in cui i tre, oltre a dialogare, interagiscono con l’ambiente circostante. A un certo punto, ad esempio, si fermano ad ammirare una vecchia fontana ricostruendone la storia assieme ad un passante, e in un’altra occasione si ritrovano a discutere della condizione delle carceri seduti a tavola in un’osteria.
Senza fare troppi ulteriori spoiler, cito le tre parti che mi sono piaciute di più.
La prima è il breve scambio d’opinioni sul reddito di cittadinanza. Nel 2013 ovviamente in Italia non era ancora in vigore, ed è davvero interessante leggere come i nostri guardassero con tanta ammirazione, quasi come fosse un’utopia, una misura, all’epoca in vigore in Germania, Usa e Australia, che anni dopo sarebbe diventata realtà anche qui da noi.
Poi ho trovato fantastiche le due pagine in cui Fo e Casaleggio dialogano su San Francesco d’Assisi, facendone parallelismi con la figura del giullare.
Infine, mi è piaciuto molto il finale, affidato a Fo, che con una chiusa adeguata e profonda conclude il loro viaggio. Cosa esponga di preciso, come promesso, non ve lo spoilererò.
Il Grillo canta sempre al tramonto è un libro ben scritto, scorrevole e davvero molto, molto interessante.
Nel leggerlo mi sono domandato più volte come mai in vita mia non ne avessi mai sentito parlare. Poi, cercandone informazioni a riguardo, ho beccato un video di Beppe Grillo e Dario Fo a un V-Day in cui il primo esclamava: “Ho scritto un libro con Dario Fo e Repubblica si è rifiutata di recensirlo, si è rifiutata di recensire l’opera di un premio Nobel”. Ho realizzato che con ogni probabilità si riferiva a questo libro qui, e ho capito molte cose.