1 recensione di “Dov’è Mario?” [Episodio 2]
Dopo la recensione della prima puntata di “Dov’è Mario?” è d’obbligo tornare a parlare della serie televisiva trasmessa su Sky Atlantic e che ha come protagonista non uno, ma ben due Corrado Guzzanti.
Vi avviso subito, se non avete visto la prima puntata desistete… tornerete qui dopo.
Sarò schietto e sincero, la seconda puntata di “Dov’è Mario?” conferma nuovamente la grande bontà della serie e la bravura di Guzzanti e di tutti gli attori che lo circondano.
Il ritmo degli eventi è rimasto invariato, continuando a giocare con l’alternanza dei due opposti: il fin troppo serio Mario Bambea e l’esageratamente esagerato Bizio Capoccetti.
Privati del volto di Gnegno (Saverio Raimondo) e con Dragomira (badante rumena con inaspettati doti poetiche interpretata da Evelina Meghnagi) rubata e consegnata al Pugliese (un vero e proprio “plagio umano”), l’episodio di “Dov’è Mario?” riesce comunque a regalare momenti di profonda riflessione e numerose risate sincere e dal retrogusto amaro.
Mentre nella prima puntata a sorprendere era un’inedita Dragomira, questa volta sono davvero numerosi i personaggi che riescono a ritagliarsi un proprio spazio, dimostrando una caratterizzazione diretta ed efficacemente comica.
Tra queste troviamo una sempre brava Virginia Raffaele che indossa i panni (ben pochi in realtà) di un’appariscente escort di nome Marika (figlia del mare e abbreviativo di Antonella). Tra questa e il povero Mario Bambea prende vita un dialogo esilarante e splendidamente ritmato, dove Virginia conferma la sua bravura dal primo all’ultimo minuto.
Il suicidio non è una risposta, se non alla domanda “Come si chiama quando uno si ammazza da solo?”
Successivamente è la volta dell’esaltato psicanalista Boschero (interpretato da Nello Mascia), consigliato caldamente dalla moglie di Bambea (Rosanna Gentili) e che suggerisce a quest’ultimo una nuova cura completamente naturale.
Mi raccomando… il miele deve essere di Carrubo!
Infine è “brobbrio” la volta di Cinzia (interpretata “brobbrio” da una notevole e isterica Emanuela Fanelli), assistente dello spregevole e ignorante Faglia (un applauso anche per Nicola Rignanese).
Acida, ripetitiva e dall’accento fin troppo romanesco, la Fanelli conquista e fa ridere.
La devi finirla de dà i cazzotti, la devi finirla de dà i cazzotti, la devi finirla de dà i cazzotti, la devi finirla de dà i cazzotti!
Da evidenziare anche il fantastico dialogo tra i due Corrado (il loro primissimo incontro-scontro), profondo e divertente oltre che unico vero indizio alla domanda che da il titolo alla serie.
Una serie che si conferma ricca di battute pungenti e riuscite, con un cast efficace e coerente nella sua esagerazione, vario e costantemente piacevole. Le riflessioni sono molteplici e s’incastrano quasi sempre tra le battute del comico Bizio che continua a fotografare impietosamente l’Italia del presente.
Concludo affermando che il neologismo “slealando” ha ampiamente superato l’abusato “petaloso” e che ho molto apprezzato la citazione a “Shining” (film del 1980 diretto da Stanley Kubrick) che vede Mario Bambea mentre è impegnato a scrivere al computer un testo complesso e dal notevole pesofgd gjsniof hibdfob Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol Totti gol…
Amazon WikipediaPS: confermo l’unico punto negativo riscontrato nel precedente episodio… “Dov’è Mario?” dura davvero troppo poco.