3 aneddoti sulla vita amorosa degli animali
Tra un essere umano e un animale esistono innumerevoli differenze, in primis culturali e anatomiche, ma anche le somiglianze sono altrettanto importanti in numero, soprattutto per quel che riguarda la sfera emotiva e amorosa.
Quanti di noi si sono mai chiesti “come lo fanno gli animali?“, magari cercandolo online, o su libri e documentari?
L’educatrice sessuale Katharina von der Gathen e l’autrice e illustratrice Anke Kuhl si sono prese la briga di pensare e realizzare un albo illustrato per bambini, ma non solo, dal titolo “La vita amorosa degli animali“. Il contenuto del libro è perfettamente bilanciato tra immagini e testo, basato su numerosissimi ma concisi esempi, e suddiviso in corteggiamento, riproduzione e cura dei piccoli. Un manuale introduttivo ben studiato, simpatico e adatto a chiunque abbia la giusta dose di curiosità per sfogliarlo.
Il modo di dire “come animali”, applicato a varie occasioni in base all’esigenza, non è prettamente corretto in quanto anche gli animali hanno le loro preferenze in campo amoroso, i loro tempi, i loro riti: così come per l’uomo, è sconveniente andare dritti al sodo, occorre cautela. Tendenzialmente l’uomo lo fa per le norme sociali che si sono costruite nel corso dei secoli, gli animali invece per il benessere dei cuccioli che saranno procreati e, di conseguenza, per la sopravvivenza della specie stessa.
Ecco perché il corteggiamento è tanto importante quanto variegato, e lo stesso vale per l’accoppiamento, il parto e le cure parentali.
A seguire, 3 aneddoti sulla vita amorosa degli animali.
Corteggiamento – Lepri e pugilato
Il corteggiamento è la prima fase di una relazione, talvolta anche l’ultima, nonché una delle più piacevoli. Gli umani si scambiano sguardi, si dedicano poesie, canzoni, attenzioni, si sfiorano. Gli animali fanno tutto in modo molto simile: si fanno belli, danzano, cantano, fanno prove di resistenza, tutto per rendersi appetibili agli occhi della femmina.
Eppure c’è un caso di corteggiamento davvero molto particolare e insolito, quello delle lepri. Come in molte altre specie, due esemplari maschi fanno gare di resistenza e lottano tra loro per aggiudicarsi il cuore della femmina prescelta, ma in questo caso la lotta è duplice. Il maschio vincitore, infatti, dovrà sfidare anche la femmina prima di farsi accettare come futuro padre dei suoi piccoli.
Riproduzione – Pinguini e sesso a pagamento
L’atto sessuale viene definito dall’uomo in molteplici modi, e le varianti del suo svolgimento sono veramente tante. Per gli animali non esiste il problema della denominazione, ma della modalità prescelta sì. Ci sono specie “condannate” a farlo in un unico modo, talvolta anche piuttosto doloroso, e altre più libere. Esiste il sesso omosessuale, pacificatore, giocoso, veloce, continuo, raro e… a pagamento.
È il caso dei pinguini di Adelia che, per procurarsi i preziosi quanto rari sassolini per costruire il loro nido, si offrono a maschi estranei in cambio di uno o più sassolini del loro nido. Si fanno trovare già lì, distese in modo provocante, e dopo l’atto tornano felici dal loro vero compagno.
Cure parentali – Bonobo e “bamboccioni”
Dal momento della nascita dei piccoli, anch’essa piuttosto variegata, i modi in cui uno o entrambi i genitori si prendono cura della propria prole sono moltissimi. Genitori single, coppie fedeli per la vita, genitori affidatari, coppie gay, gruppi solidali al femminile, adozioni, tutto è possibile.
Eppure c’è un caso in particolare, molto simile a ciò che talvolta accade anche all’uomo, tra i bonobo, un tipo di scimmia. La femmina di questa specie allatta a lungo il suo piccolo, anche per molti anni, portandolo con sé sulla schiena, facendolo dormire con sé anche quando diventa piuttosto grande e autonomo. La madre è talmente presente nella vita del figlio che interviene anche nella scelta della futura compagna o nelle sue dispute con altri maschi.
Ho voluto evidenziare questi episodi non solo per la loro natura insolita e divertente ma per mettere, ancora una volta, in evidenza le analogie tra mondo animale è umano. Perché in fondo anche l’uomo è un animale, in quanto appartenente al regno animalia. Un animale sociale, come direbbe Aristotele, ma pur sempre animale.
L’amore, il sesso, il modo di crescere la prole non sono assolutamente univoci, non c’è un comportamento giusto e uno sbagliato purché lo si attui con amore.
In natura l’omosessualità è una condizione più che normale ̶ lo fanno i cigni neri, i delfini, gli elefanti, le iene, alcune lucertole, le termiti, le oche ̶ perché l’essere umano deve sempre distinguersi per la sua chiusura mentale? Si dice che l’uomo sia superiore, che il ragionamento, la parola, il suo modo di vivere “civile” lo rendano speciale rispetto agli altri, ma non sempre è vero. Gli animali non puntano il dito, non condannano, non giudicano, semplicemente vivono.
E questo non riguarda solo l’omosessualità ma qualsiasi modo di vivere diverso dal nostro, da quello a cui siamo abituati.
Pensiamo al cuculo: è famoso per deporre le proprie uova all’interno dei nidi altrui, e il piccolo, dopo la nascita, caccerà dal nido i figli legittimi della coppia affidataria per non dividere spazio e cibo con loro.
O ancora ai pinguini imperatore, le cui femmine lasciano che siano i maschi a covare le uova e ad accudire i piccoli nelle prime fasi della loro vita mentre loro vanno in cerca di cibo. Successivamente le femmine tornano con una bella razione di pesce per il compagno che, intanto, si è indebolito e gli danno il cambio.
Vero è che stiamo parlando di specie molto diverse tra loro, mentre gli esseri umani appartengono tutti a homo sapiens, ma cosa accadrebbe se gli esempi qui riportati si verificassero nella nostra vita quotidiana? Il caos.
Certo, sotto certi punti di vista si trasgredirebbero le norme del buon vivere civile, ma se per il piccolo nucleo nello specifico è giusto comportarsi così, e facendolo non ledono la libertà né la tranquillità di alcuno, dov’è il problema?
Il termine animale deriva dal latino animalis (che dà vita, animato), derivato di anĭma che vuol dire letteralmente “dell’anima”; nel nostro linguaggio comune, invece, si è soliti usare lo stesso termine con una valenza dispregiativa. “Sei proprio un animale!”, come a voler sottolineare una scarsa o assente capacità di controllo, uno stile di vita totalmente istintivo, senza freni.
In parte è vero perché, mentre nell’uomo c’è la corteccia frontale inferiore sinistra che si occupa di tenere a bada l’istinto senza eliminarlo del tutto, per gli animali funziona in modo diverso e, per via delle numerose divisioni interne tra vertebrati, invertebrati e tutto ciò che ne deriva, non si può fare un ragionamento univoco.
Basti semplicemente ricordare che, come il ragionamento sul cervello è troppo complesso per essere generalizzato, lo stesso vale per l’intera sfera sentimentale animale e umana, soprattutto umana.
Se il mondo non è tutto bianco e nero ci sarà un motivo.