4+1 cose sconce dell’antica Grecia

Quando si pensa all’antica Grecia, alla lingua greca, al latino (oltre a dire “madonna mia che noia”) si pensa automaticamente ad un qualcosa di austero, sacro, serio, intoccabile e noioso. Ma è qui che sbagliate; a volte basta conoscere un po’ meglio queste culture, per capire quanto sia facile riderne.

Ecco alcune delle cose più esilaranti, e talvolta anche un po’ osè e sconce, che ho da dirvi a riguardo:

1 – Io ti ραφανιδοω (rafanidò)

ravanello

A voi che vi lamentate delle punizioni inflitte dai vostri genitori o delle grandi lavate di capo che vi riservano i vostri datori di lavoro, dico: ritenetevi fortunati! Pensate a quei poveri esseri che nell’antica Grecia erano soggetti alla ραφανιδωσις = pena del ravanello, un atroce castigo che consisteva nell’infilare un ravanello per via anale.

Pensate che tortura se per ogni vostro brutto voto a scuola o errore nei conti dell’incasso giornaliero, doveste abbassarvi e …brr…Ma tranquilli attualmente è una tecnica quiescente.

Immaginate se un ladro vi bloccasse per strada, in un vicolo buio ed esclamasse: <mani in alto o ti ραφανιδοω!>.
Già il nome suscita sofferenza ed incute terrore.

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2 – Il Minotauro, viva Durex

pasifae

Sapete che la zooerastia (che può essere tradotta come un eccessivo amore per gli animali) non è nata con la celebre “cicciolina” ma ci fantasticavano già gli antichi greci? Sono, infatti, molti i miti in cui le divinità assumevano sembianze di animali, soprattutto per compiere azioni sconce.

Moltissime creature mitologiche sono infatti frutto di rapporti amorosi tra ninfe e divinità zoomorfizzate.
Ma abbiamo anche alcuni miti in cui le divinità, secondo un principio manzoniano, sfruttavano la loro forma per fatti assai più infami, così da rovinare malamente la vita degli uomini.

Un esempio del risultato tra sesso e infamità nell’antica Grecia? Il Minotauro.
Vi sarete senz’altro chiesti: Come diavolo è nato sto coso? Come accidenti lo ha partorito la madre? Perché Minosse lo fa rinchiudere, dato che comunque era suo “padre”?

Non son l’oracolo di Delfi, ma alla prima domanda so darvi responso. Il mito ci narra che il Dìo Poseidone (l’infame) diede al re di Creta, Minosse (il cornuto), un meraviglioso toro bianco da sacrificare in suo onore. Disubbidendo, il re, data forse una sua predilezione per le “corna”, viene punito dal Dìo, che maledice la moglie Pasifae (la donna): Quando si dice “mettere le corna”.. e che corna! La poverina (e siam sempre noi donne ad esser mazziate) è accecata da una bramosia d’amore per il toro e deve così “tradire il marito”, messasi in un simulacro a forma di vacca, consumando una “relazione amorosa” con l’animale.

Direi quindi, tralasciando l’ovvia motivazione secondo la quale il Minotauro viene rinchiuso per la sua pericolosità, che forse Minosse ha avuto ragione d’usar un po’di malizia nel rinchiuderlo.

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3 – Zeus, un valido Chris Hemsworth

zeus vs thor

Chi è quel gran figo che, ai tempi dell’antica Grecia, se la spassava con tutte sotto il naso della moglie? Non ci arrivate? Eh sì cari lettori… anche le greche avevano il loro Thor all’epoca; stiamo parlando proprio di lui: il Dìo degli dèi,  il capo dell’Olimpo, il dio del cielo e del tuono, o’megl ro’ megl, o’ boss, insomma il top del top: Zeus.

Fateci caso: quanti sono i miti in cui seduce giovini donzelle, mette incinte ninfe e mette peste e corna alla moglie?
La risposta è: troppi.

Forse credeva di essere membro della banca del seme, o forse era poligamico; non si sa. Resta il fatto che con le sue “seratine galanti” ha popolato mezzo mondo dell’epica greca; Febo e Artemide, Hermes, Persefone, Atena, Dioniso, Perseo, Eracle, Minosse, le Muse… sono solo alcuni dei suoi più celeberrimi figli.
Ma l’amore non ha limiti, altrimenti Era l’avrebbe dovuto senza alcun dubbio impalare e far schiacciare da una balena incinta.

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4 – Super Priapo

Priapo Mercurius Priapus Napoli

Se all’epoca dell’antica Grecia fossero già esistite le Amica Chips, al posto di Rocco Siffredi avremmo sicuramente trovato lui: Priapo, er’ Dìo dal pipo duro.
Simbolo di fertilità e salute, questa divinità è l’emblema della virilità maschile per gli antichi greci.

La caratteristica principale di questo particolare personaggio è infatti l’enormità del suo fallo, che gli fu data come maledizione dalla dea Era. Ce ne fossero di tali maledizioni oggi giorno!

Immaginate quali fossero le celebrazioni per questo “superuomo“, soprattutto da parte di donne.
Ma il suo fallo ha lasciato il segno!

Ancora oggi infatti ritroviamo elementi legati a questa particolare divinità.
E’ infatti sopravvissuta l’antica credenza che questo fosse anche emblema di buon auspicio, e che allontanasse il malocchio. Da ciò è nata la tradizione del noto “corno napoletano” e , probabilmente, il rituale scaramantico del “tocca-pacco”.

Oltre ciò, è stata ereditata  probabilmente dal culto di questa divinità, soprattutto nel Sud Italia e a Napoli, antica colonia Greca, una forma di ossessione per la dimensione e di ipervalutazione del fallo, due disturbi tipicamente maschili molto diffusi ormai. Ma tranquille donne, la castrazione fa miracoli.

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4+1 – Catullo proibito

Bakalovich catullus

Come per l’antica Grecia, anche per quanto riguarda il mondo latino ci sono episodi particolari. Vi aspettereste mai, ad esempio, di leggere all’inizio di un canto latino parole del tipo

Io ve lo ficcherò su per il culo e poi in bocca, Aurelio succhiacazzi e Furio frocia sfondata

oppure

Aurelio, padre di tutti gli arrapati, non solamente di questi che conosci, ma di tutti quelli che furono che sono e degl’altri che negl’anni verranno, desideri inculare l’amor mio

Ah la finezza.. il nostro amato Catullo ci dimostra attraverso i suoi carmina XVI /XXI , ma non sono i soli, quanto eleganti e cordiali sapessero essere i nostri antenati, trasmettendo questo grande grande messaggio d’amore.

Non stupiamoci poi se Lesbia, la donna di cui era innamorato, non voleva copulare con lui!

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gigna maligna

Si offende facilmente, è vecchia dentro e ha il ciuffo 'nzavt... ma (forse) sa scrivere, o almeno è sicuro che le piace. Studentessa del liceo classico, appassionata di tutto e di nulla, coltiva passioni in vari campi,quali quello musicale, artistico, letterario, sportivo ecc. Stereotipata per la sua ansia da vita e da un'infinità di nomignoli (talvolta insopportabili; basti leggere gigna maligna) , ha deciso di tentare di far calare ancora di più la sua inesistente autostima scrivendo articoli per xcose, con l'inevitabile ansia che nessuno li leggerà mai. Chiediamo di donare un centesimo quindi per la sua autostima che è in coma da ormai molto tempo.