1 recensione de L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot

Lo scorso anno nelle sale cinematografiche statunitensi è approdato un film dal titolo bizzarro, un ibrido tra storico, azione e fantasy in grado di incuriosire senza saper spiegare bene perché, forse solo per vedere di cosa si tratta. La pellicola costituisce il secondo lavoro del regista Robert D. Krzykowski e ha come protagonista Calvin Barr, un discreto ed efficientissimo uomo dell’esercito a cui viene affidata la missione del secolo, uccidere Adolf Hitler e mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale. Il Calvin del passato è interpretato da Aidan Turner, più che credibile in un ruolo che riveste con facilità, con la giusta dose tra fredda calma e calorosa emozione di un uomo d’altri tempi che ha interpretato anche in Poldark. Eppure il destino di Calvin non si esaurisce qui, c’è infatti la sua controparte impersonata da Sam Elliot, impeccabile nella sua pacata malinconia che sa andare oltre le parole, comunicare con uno sguardo che, seppur portatore di un diverso tipo di magnetismo, condivide con la sua versione giovanile. Se la missione del soldato era uccidere Hitler, quale sarà quella per cui l’FBI, una sera come tante altre, bussa alla porta del pensionato? Se vuoi scoprire altro ti consiglio di continuare la lettura di 1 recensione de L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot.

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5 frasi erroneamente attribuite a Sigmund Freud

Sigmund Freud è stato il padre fondatore della psicoanalisi che ha donato al mondo importantissimi contributi nel campo della psicologia e dello studio della mente umana, oltre a una lunga serie di aforismi che ancora oggi circolano nel web.

Tuttavia, pare proprio che alcune famose frasi attribuite a Freud non siano in realtà sue.
Ecco quindi una breve lista delle 5 frasi erroneamente attribuite a Sigmund Freud.

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1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita

Portami alla vita. Separazioni è il primo volume della trilogia fantascientifica di Valerio Novara, un progetto che non punta a essere l’ennesimo tassello nel mosaico del genere sci-fi autopubblicato, ma che spinge a riflettere sul trattamento riservato al pianeta Terra e al futuro che stiamo costruendo, o meglio distruggendo, per noi e i nostri figli. Una storia da leggere fino in fondo, senza lasciarsi scoraggiare da qualche piccolo incidente di percorso narrativo, perché solo fidandoci di Liam, Angela, Will, Michael, Yaomi e Roger potremo arrivare ad apprezzarlo davvero e a cogliere il significato profondo che l’autore vuole comunicarci. Facciamo anche 1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita, per scoprire con lui altri aspetti della vita da scrittore.

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3 aneddoti sulla vita amorosa degli animali

Tra un essere umano e un animale esistono innumerevoli differenze, in primis culturali e anatomiche, ma anche le somiglianze sono altrettanto importanti in numero, soprattutto per quel che riguarda la sfera emotiva e amorosa.

Quanti di noi si sono mai chiesti “come lo fanno gli animali?“, magari cercandolo online, o su libri e documentari?

L’educatrice sessuale Katharina von der Gathen e l’autrice e illustratrice Anke Kuhl si sono prese la briga di pensare e realizzare un albo illustrato per bambini, ma non solo, dal titolo “La vita amorosa degli animali“. Il contenuto del libro è perfettamente bilanciato tra immagini e testo, basato su numerosissimi ma concisi esempi, e suddiviso in corteggiamento, riproduzione e cura dei piccoli. Un manuale introduttivo ben studiato, simpatico e adatto a chiunque abbia la giusta dose di curiosità per sfogliarlo.

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1 viaggio tra Fantascienza e Unheimlich

1 – Fantascienza e Unheimlich

 

 Il senso di spaesamento (Unheimlich) dovuto all’assenza di confini nello spazio digitale è un argomento molto usato nella fantascienza, dovuto alla nascita di comunità basate non sulla prossimità materiale, fisica, ma emotiva. Ne tratta Gibson in Neuromancer metaforizzando la non appartenenza con lo “Sprawl” attuale e il Cyberspazio virtuale, ma è anche una costante presenza angosciante nella maggior parte dei romanzi di P. K. Dick; l’ Unheimlich heideggeriano permea il suo universo letterario proprio come fa la Divina Provvidenza manzoniana, preclude la serenità dei suoi personaggi, i quali si sentiranno sempre esclusi, fuori dagli schemi.

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7 considerazioni sull’essere donna e sui discorsi intorno al mondo femminile

 

Oggi, 25 novembre, è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Si dirà di tutto, si faranno infiniti discorsi, parlerà chiunque, ma non si dirà niente di nuovo, e soprattutto niente di buono. Perché, come spesso accade, ci si approccia al mondo e all’insieme di eventi che definiscono l’esistenza senza alcun presupposto poetico, ovvero senza alcune capacità di trascendere il reale, di vedere l’invisibile, di cogliere la globalità della vita nella parzialità dell’individuo. Parlare della donna e delle questioni del mondo femminile, pertanto, risulta spesso un mero esercizio di stile, una confezione sul vuoto; in questa seda voglio provare a discutere di questo argomento assumendo quella prospettiva poetica che considero essere l’unica possibile (e che non riesco a non fare mia). Ecco dunque le mie 7 considerazioni sull’essere donna e sui discorsi intorno al mondo femminile, che potranno forse apparire complicate, ideali o provocatorie e inattuabili, ma che a mio avviso costituiscono l’humus del terreno in cui edificare la bellezza dell’essere umani.

 

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