Già da qualche anno gli audiolibri sono tornati alla ribalta sulla scena editoriale in forme più o meno strutturate e ben fatte, Audible e simili, o tramite persone che, per lavoro indipendente o hobby, propongono contenuti su piattaforme di streaming.
Sono vari i motivi per cui si potrebbero preferire gli audiolibri al più “apparentemente autentico” libro stampato: riscoprire il gusto di farsi raccontare una storia, avere la possibilità di fare più cose contemporaneamente se si è molto impegnati, bypassare la noia che alcuni libri provocano ma che non possiamo lasciare a metà, permettere a occhi stanchi o ammalati di riposarsi senza dover rinunciare al piacere della lettura.
Perché un libro è solo “apparentemente autentico”? Sostanzialmente le prime narrazioni del mondo sono state orali, la scrittura è giunta solamente dopo, tant’è che si parla di oralità primaria e secondaria per distinguere la prima e originale fase orale con la seconda, quella che stiamo vivendo adesso, una sorta di commistione tra oralità e ipertesto.
È proprio a causa di un’infiammazione all’occhio sinistro che mi impediva di leggere che ho scoperto l’etichetta indipendente Ménéstrandise creata da Edoardo Camponeschi, “un ragazzo di trentadue anni con la passione per la lettura” che è stato tanto gentile da accettare subito la mia proposta di intervista sul suo lavoro. Ma lasciamo la parola direttamente a lui, a un talentuoso menestrello contemporaneo.
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