1 Recensione di Tomorrowland
Tomorrowland, il film della Walt Disney diretto da Brad Bird, è arrivato nelle sale cinematografiche italiane (maggio 2015) in modo fin troppo silenzioso, nascosto dall’ombra di titoli più pubblicizzati e noti.
Nonostante lo scarso successo, l’opera di Bird merita più di un’occasione e noi vi diciamo perché.
L’intera narrazione è basata sull’eterno conflitto tra due differenti visioni legate al futuro e all’utilizzo delle nuove tecnologie: la fantascienza distopica e quella positiva (di cui Tomorrowland ne diventa portavoce).
Casey Newton, interpretata da Britt Robertson, figlia di un ingegnere aerospaziale, si ritrova a possedere una spilla che, se toccata, la trasporta all’interno di un mondo futuristico di nome Tomorrowland.
Si tratta di un posto dove le persone sono incentivate a dare libero sfogo alla propria creatività e dove le scoperte tecnologiche non sembrano avere alcun freno.
I protagonisti, Britt Robertson e George Clooney, riescono a intrattenere il pubblico anche se la vera sorpresa all’interno del cast è la giovanissima Raffey Cassidy (oggi ha 13 anni).
Tra i personaggi, quest’ultima è quella che cattura di più la scena per caratterizzazione ed espressività, regalando al pubblico una perfomance notevole in più di un’occasione.
Tomorrowland non innova niente all’interno del suo genere ma riesce comunque a fornire una storia godibile con effetti speciali ben elaborati (basti pensare alla serie di “piscine sospese”), diverse scene di azione, momenti drammatici ed emozionanti e anche piccole (ma riuscite) battute comiche.
Le due ore (e poco più) di film non stancano e si nota il tentativo di voler ampliare il target di riferimento tipico della Disney seppur trattando i propri argomenti con ottica fin troppo positiva (elemento che potrebbe far identificare erroneamente come “superficiale” buona parte dell’opera).
Così come qualche passaggio risulta forzato o poco approfondito, come la scena ambientata a Parigi (troppo rapida e mal narrata ma comunque visivamente spettacolare).
Nonostante i punti sopra elencati, il lavoro di Bird viaggia sui binari (ormai noti) della filosofia Disney, fornendo un’opera che intrattiene e che tenta di far riflettere sul futuro della specie umana e sul suo rapporto con l’innovazione tecnologica. Un tentativo di ragionamento positivo e a favore della creatività e delle nuove scoperte e che va quindi a opporsi alla sempre maggiore diffusione di opere (non solo cinematografiche) che vedono il futuro destinato a un’atroce e distopica rovina.
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