1 Recensione di Hellvisback di Salmo
Oggi XCose.it vi propone la recensione dell’ultimo disco di Salmo: Hellvisback, uscito il 5 febbraio 2016 e contenente 13 tracce.
Era da un po’ che seguivo Salmo, anche se forse l’ho scoperto un po’ tardi, si parla del periodo di Midnite. Mi colpì subito quel suo stile particolare, diverso dalla maggior parte degli altri rapprers, che unisce rap e hardcore, una voce che sembra più vicina a un gruppo metal che all’ hip hop e irresistibili videoclip truci e a tratti splatter realizzati benissimo. Insomma, qualcosa di nuovo e diverso nel panorama musicale italiano.
Quindi dopo Midnite, che considero un disco più che valido, ero curioso di sapere cosa avrebbe tirato fuori dal cilindro con questo suo nuovo disco.
I primi singoli di Hellvisback pubblicati su YouTube come “1984”, “Io sono qui” e “Giuda” avevano attirato la mia curiosità, ma l’annuncio dell’uscita di una versione Deluxe con tanto di fumetto aveva trasformato la mia curiosità in piena attenzione, e qualche settimana fa mi sono deciso ad acquistarne una copia.
Chiunque abbia visto la copertina di Hellvisback avrà sicuramente colto velocemente il concept semplice ma efficace di questo disco: l’accostamento di vecchio e nuovo, la faccia di Elvis Presley con la maschera a forma di teschio, simbolo di Salmo. Accostamento che ha più il sapore di omaggio che di presunzione, come del resto lui stesso ha dichiarato in un’intervista:
Sono fan di Elvis da quando ero ragazzino. L’idea del disco è di unire una cosa storica, vecchia, come Elvis a una cosa attuale, il mio personaggio con la maschera.
La storia dell’incontro tra Elvis e Salmo viene adoperata anche come trama del fumetto incluso nella versione Deluxe, davvero ben realizzato, con i disegni del fumettista Fr3nk.
La storia è esattamente come me l’aspettavo per un fumetto “made in Machete”, sia per quanto riguarda lo stile dei disegni che per i dialoghi: un concentrato di hardcore, critica sociale e un pizzico di ironia. La storia in sé è abbastanza breve, è chiaro che questo fumetto sia stato ideato principalmente per fare da “sfondo” al disco vero e proprio, per rafforzare il concept, come del resto testimoniano le varie citazioni alle canzoni di Hellvisback presenti all’interno di esso.
Per il disco non c’è dubbio: dopo averlo ascoltato in loop per ore ed ore dopo l’acquisto, lo considero ad oggi il suo lavoro migliore (mi perdonino gli eventuali fan di Death USB).
Non c’è un brano di Hellvisback che non mi piaccia, le basi sono potentissime, tipiche di Salmo, un paio di esse hanno persino visto la collaborazione internazionale del batterista dei Blink 182: Travis Barker, con il quale Salmo ha lavorato per dare vita a “Il Messia” e “Bentley vs. Cadillac”.
“Mic taser” è il pezzo perfetto per aprire un album del genere: accoppiata base tosta + Salmo incazzato che ti prepara bene a ciò che ti aspetta, e infatti subito dopo arriva uno dei pezzi più belli del disco: “Giuda”. Il disco procede per 50 minuti e qualcosa che scorrono rapidamente senza neanche accorgersene.
Ciò che a mio parere rende Hellvisback migliore dei lavori precedenti è il fatto che Salmo abbia perfezionato la propria tecnica e questo si nota molto bene: anche se i testi in sé non sembrano racchiudere messaggi particolarmente profondi (fatta eccezione per la bellissima già citata “Giuda”), ci pensano rime e flow pazzeschi a controbilanciare tutto. Incastri perfetti, giochi di parole geniali e certe rime eccellenti tra parole italiane e inglesi che non sentivo dai tempi di “Habemus Capa”.
Ho trovato straordinario anche l’inserimento di una serie di riferimenti a mondi non legati alla musica, o meglio: si sa che nel rap è un abitudine fare pezzi ricchi di citazioni e riferimenti, ma in questo disco molte “strizzatine d’occhio” mi hanno sorpreso per il loro essere straordinariamente inaspettate e persino divertenti: si parla di riferimenti alle “du’ frittur” della serie Gomorra (“vai per primo tu che per secondo du’ frittur”), al famoso Giapponese che prega San Gennaro (“preghi San Gennaro? Sono Giapponese”), allo spot della Cremeria (“fumo la Cremeria chiedo scusa c’è Checco?”) e c’è persino il “dottore chiami un dottore” del celebre finto trailer “La Febbra” di Maccio Capatonda. Inoltre sono abbastanza sicuro che la rima halloween/aulin sia stata presa da un episodio di “Vrenzole” dei The Jackal. Tutte citazioni “improbabili” che, oltre a strappare un sorriso, trovano perfettamente spazio nei testi e negli incastri di Salmo.
L’unica vera preoccupazione è che sarà difficile per Salmo superarsi dopo un album come Hellvisback, ma sono sicuro che in futuro saprà sorprendere ancora.