1 elogio della musica mashup e 1 diario sulla realizzazione di Snooping As Usual e Cool Fan

C’è un genere musicale che più di tutti mi ha catturato negli ultimi anni. Si tratta di quello che viene definito mashup, o più nello specifico mashup comico.
Quest’amore nasce nel 2017 con la scoperta della trilogia di album di Neil Cicierega (qui la mia recensione del suo Mouth Moods), ma i primi sentori c’erano già da ragazzino con l’ascolto dell’album Paté D’Animo di Claudio Bisio in collaborazione con Elio e Le Storie Tese, che includeva una serie di canzoni mashup tra cui la splendida Alfonso 2000.

Armato di passione crescente per la musica mashup e di appositi programmi per l’editing audio, nel 2018 decido di cominciare anch’io a giocare un po’ con la musica, tenendo ben a mente i capisaldi che rendono quei mashup tanto eccellenti.

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28 artigiani dell’instagram da conoscere assolutamente parte 1

L’artigianato è una di quelle attività poetiche, poliedriche che, pur tra mille difficoltà, resiste nella sua immortalità. Quella dell’handmade è un’etichetta inclusiva, non discriminante, anzi accogliente verso le numerose sfumature che un oggetto artigianale può assumere. Nei secoli scorsi, prima dell’era della fabbrica e della catena di montaggio, tutto era fatto a mano, mentre oggi sono poche le realtà che ancora rifiutano di rinunciare alla bellezza dell’unicità. Ed ecco che arrivano in soccorso i social, vetrine che, se ben sfruttate (almeno in teoria), possono offrire un grosso aiuto a chi dedica la propria vita alla creazione di pezzi di anima che andranno ad abitare le vite altrui. Su instagram mi ci imbatto continuamente, da quelli alle prime armi ai più esperti, ed è raro trovarne qualcuno che non incontri almeno in minima parte il mio gusto. Non a caso è stato molto difficile scegliere gli artigiani di cui parlare: ogni volta che ne escludevo uno mi sembrava di fargli un torto, senza contare gli infiniti altri che non conosco nemmeno. Decidere però era essenziale, quindi mi sono posta un brutale limite di follower, 15.000, a cui attenermi per poter fare una scrematura. Basarsi sui numeri quando si parla di artigianato è assurdo ma, in un certo qual modo, è stato utile perché mi ha permesso di identificare ed esaltare quelli che secondo me non sono abbastanza premiati dall’algoritmo di instagram. Ecco, quindi, i miei personali 28 artigiani dell’instagram da conoscere assolutamente parte 1.

Ho voluto evitare di dividerli per categorie dato che si sta parlando di persone con molteplici sfumature e non di macchine, infatti saranno presentati in ordine alfabetico, così come sono, senza forzature o limitazioni di sorta.

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1 chiacchierata con Giulia Zorat, autrice de Il sapore delle parole inaspettate

Il sapore delle parole inaspettate è l’opera prima di Giulia Zorat, un piccolo romanzo che parla d’amore, non solo di quello tra uomo e donna, ma del sentimento universale capace di unire tutto e tutti, e di mantenere vivi i legami umani anche dopo la morte. Un libricino dolceamaro, profondo quanto basta, mai banale. Visto che l’ho già suggerito come lettura per l’estate, facciamo anche 1 chiacchierata con Giulia Zorat, autrice de Il sapore delle parole inaspettate, per conoscerla meglio.

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1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita

Portami alla vita. Separazioni è il primo volume della trilogia fantascientifica di Valerio Novara, un progetto che non punta a essere l’ennesimo tassello nel mosaico del genere sci-fi autopubblicato, ma che spinge a riflettere sul trattamento riservato al pianeta Terra e al futuro che stiamo costruendo, o meglio distruggendo, per noi e i nostri figli. Una storia da leggere fino in fondo, senza lasciarsi scoraggiare da qualche piccolo incidente di percorso narrativo, perché solo fidandoci di Liam, Angela, Will, Michael, Yaomi e Roger potremo arrivare ad apprezzarlo davvero e a cogliere il significato profondo che l’autore vuole comunicarci. Facciamo anche 1 chiacchierata con Valerio Novara, autore di Portami alla vita, per scoprire con lui altri aspetti della vita da scrittore.

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1 lato dark di Louisa May Alcott

Nel 1865, su “Flag of our Union”, venne pubblicato in due puntate un racconto breve dal titolo “Una donna di marmo o il misterioso modello” a opera di un certo A.M. Barnard. A suo nome furono pubblicati altri trentadue racconti, ma solo centodieci anni dopo fu scoperto che Barnard era uno pseudonimo usato da Louisa May Alcott, l’autrice di “Piccole donne”.

Nulla di particolarmente insolito, direte voi, non è stata né la prima né l’ultima ad adottare lo stratagemma di pubblicare con uno pseudonimo maschile, ma la faccenda assume una piega un po’ più interessante quando si scopre la natura dei racconti: gotici o thriller, a detta dell’autrice. Una scelta bizzarra, sorprendente per chi conosce la Alcott solo attraverso le ragazze March, un disorientante cambio di stile.

Eppure, queste opere giovanili erano più di semplici esperimenti letterari per l’autrice, a quanto pare li preferiva al ciclo delle sorelle, ben più familiare e “rassicurante”.

Trattandosi di un approccio ottocentesco al genere gotico è facile che a noi lettori del nuovo millennio appaiano ingenui, a tratti forzati, ma per l’epoca non era così, anzi il genere era piuttosto in voga. Vi ricordate il romanzo parodia di Jane Austen?

“Una donna di marmo” della Alcott è tutt’altro che parodico, anzi credo che si offenderebbe parecchio se lo liquidassimo così in due parole, quindi cerchiamo di scoprire meglio il lato dark di Louisa May Alcott. Anche solo per il gusto di sbirciare la famosa scrittrice da un’altra prospettiva.

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6 tra i migliori libri sui lupi

Uno degli animali più evocativi in tutte le epoche e culture è il lupo.

Tra le fiabe lo conosciamo come “il grande lupo cattivo”, pronto ad abbattere casette con il fiato o ad ingannare bambine e agnellini con travestimenti crudeli. Nelle leggende varia a seconda della cultura: secondo i norreni, la liberazione di Fenrir, figlio di Loki, segnerà l’inizio del Ragnarok; per turchi, greci e romani era simbolo di fertilità, rinascita e conoscenza. Nel Medioevo la paura per il lupo mannaro crebbe fino a portare spesso all’isteria, per i nativi d’America la sua ambivalenza è necessaria per la sopravvivenza…
La psicoanalisi ha utilizzato il lupo come soggetto di studio per l’inconscio. “Nell’essere umano il lupo personifica un desiderio indifferenziato di divorare tutto e tutti, di avere tutto, spesso a causa di un’infanzia infelice. Queste persone sviluppano un lupo affamato dentro di sé. Sono totalmente soggetti alla coazione. Il lupo provoca in loro un’insoddisfazione costante, ringhiante. Essi vorrebbero letteralmente divorare il mondo intero” . (Marie-Louise Von Franz).

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1 pensiero per l’elefantessa e il suo piccolo

Ieri mattina, 5 giugno 2020, poco dopo essermi svegliata sono scoppiata a piangere. Il pianto e io conviviamo da anni, sono una persona molto sensibile ed empatica e piango con grande facilità. Ciò che ha scatenato questa particolare crisi, durata in realtà tutto il giorno, è stata la scoperta di quanto avvenuto in India all’elefantessa incinta, morta tra atroci sofferenze per aver mangiato un ananas imbottito di petardi. Morta perché vagava affamata e si è fidata dell’essere umano sul suo cammino. Ecco perché vorrei scrivere 1 pensiero per l’elefantessa e il suo piccolo.

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10 fumetti sul coronavirus – “Virus Infame”

“La COVID-19 (acronimo dell’inglese COronaVIrus Disease 19), o malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2 e più semplicemente malattia da coronavirus 2019 o anche morbo da coronavirus 2019, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus”.
Questa che avete appena letto è l’articolata definizione del coronavirus fornita da wikipedia.
La mia definizione è molto più breve: il coronavirus è un VIRUS INFAME.
Questa semplice affermazione è anche il titolo del mio nuovo fumetto oggetto di questo articolo di XCose.

Dal 15 marzo 2020, ogni giorno, pubblico sui miei canali social un episodio di “Virus Infame” con la speranza di regalare momenti di svago e divertimento.

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4 famose imitazioni di Jacques Cousteau

4 famose imitazioni di Jacques CousteauJacques-Yves Cousteau è stato uno dei più grandi esploratori marini e oceanografi della storia. Con i suoi viaggi a bordo della nave Calypso ha regalato al mondo una lunga sfilza di documentari sul mondo sommerso, invenzioni come la muta da sub e film documentari come Il mondo silenzioso, vincitore tra l’altro di un premio Oscar.

Ma la sua fama non poteva passare inosservata al mondo della comicità, ed infatti negli anni diversi comici (e non solo) si sono prodigati in parodie e imitazioni di Jacques Cousteau, “rubandogli” il tono di voce, l’accento francese, il capellino rosso, la camicia celeste e a volte persino la Calypso.

XCose ha voluto raccogliere, in nessun ordine particolare, quattro parodie e imitazioni di Jacques Cousteau.

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