Nell’ormai lontano 1992 gli 883 fecero il loro ingresso all’interno del panorama musicale italiano a suon di ritornelli orecchiabili e testi incentrati sulle vite dei giovani. Il gruppo riuscì, in tutto l’arco temporale degli anni ’90, a riscuotere un grande successo, esauritosi poi gradualmente con l’arrivo del terzo millennio.
Da molti gli 883 sono oggi ricordati con nostalgia e considerati dei veri e propri innovatori della musica italiana, nonchè simbolo degli anni ’90.
Altri, invece, ancora oggi sostengono che non hanno saputo produrre nient’altro che musica banale e nemmeno tanto buona.
Oggi quindi XCose propone il proprio punto di vista sull’intera carriera degli 883 attraverso una maxi recensione divisa in 6 parti, una per ogni disco: da “Hanno ucciso l’uomo ragno” del 1992 fino a “Uno in più” del 2001.
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